sabato 25 dicembre 2010

Chiare fresche dolci acque (2)

Lungi dall'esser effetto dell'alluvione in corso o di quella recente appena superata, l'esondazione del Gorgazzo in adiacenza del parco di S.Floriano è stata archiviata come tale probabilmente per sollevare i nostri amministratori (prensenti e passati) da ogni responsabilità di abbandono dell'area se non magari per l'astuto espediente di far figurare la riparazione sotto la più imprevedibile voce "alluvione".
Interessante quindi l'eroica urgenza con cui la ditta Pessot ha provveduto nottetempo alla risistemazione degli argini senza badare troppo ai dettagli viste le ardue condizioni di lavoro. I molti alberi che sono stati rotti dalle ruspe, piegati o sradicati senza ragione fanno ora da adeguata cornice alla scena che attende l'ignaro turista che parcheggia la macchina nel nuovissimo parcheggio, legge l'insegna sul Parco di S.Floriano e si ritrova bloccato sulla sassosa e scoscesa sponda destra del Gorgazzo a causa della chiusura del ponte di legno, dissestato ormai da anni. Lo sguardo del villeggiante si può confortare con la vista degli alberi spezzati e il profilo di un argine che si perde tra cumuli irregolari di sassi decorati da cespugli altissimi di spine. L'argine tra l'altro è già attraversato da un'infiltrazione di acqua in prossimità dell'attacco dello stesso con la sponda esistente. Un simpatico rigagnolo attraversa la pianura sassosa immettendosi nel Livenza dove gli pare a lui, alla faccia della bonifica. Benvenuti a Polcenigo, e prima di andar via non dimenticate di visitare il castello!

7 commenti:

  1. Tutta quest'acqua ha solo allagato e annegato la già breve vita di questo pretenzioso blog!
    R.I.P.

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  2. "tentano di mordermi perché dico loro: per gente piccina ci vogliono virtù piccine - e perché mi è difficile accettare il fatto che la gente piccina sia necessaria"

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  3. W i Grandi Demagoghi!
    Maria (una persona piccina, ma realista!)

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  4. Scusate, ma di cosa stiamo parlando? Credo di essermi perso.

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  5. Sai, Marco, da un lato il problema è che non esiste una legge che obblighi a fare prevenzione idraulica, quindi attraverso un'adeguata progettazione (preceduta da un accurato studio del territorio), così come invece esiste una legge che obbliga a fare prevenzione per le costruzioni (la cui progettazione è obbligatoria).
    L'Aquila insegna però anche che la progettazione degli edifici, obbligatoria, non è di fatto assoggettata ai "previsti" controlli. La gente, in questo caso, dovrebbe iniziare a controllare i controllori...
    Nel caso dell'idraulica e dei dissesti idrogeologici e delle opere idrauliche (di esse, per esempio, si progetta la stabilità, da un punto di vista statico, ma non la tenuta, per esempio), bisognerebbe pretendere l'obbligo di fare progettazioni adeguate... ma con quale strumento democratico?
    Così, la tua voce risuona invano (purtroppo), perché nessuno, di fatto, ha una competenza specifica e quindi una responsabilità specifica sull'argomento. E qui spero che chi ha voglia di ribattere conosca o quanto meno prima si informi sul significato dei termini "competenza" e "responsabilità"...

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  6. dici cose vere, ma per fare le cose BENE bisogna sempre che una legge ci obblighi!?

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  7. Purtroppo sì (in Italia) e, come si sa, le leggi non si rispettano, perché tanto non si fanno i controlli oppure non sono nemmeno previsti.
    Colgo l'occasione per segnalarti l'ennesima iniziativa disdicevole, intrapresa dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI - organismo peraltro non previsto dalla Costituzione italiana e quindi, di fatto, senza potere decisionale, ma solo di rappresentanza): approfittando della confusione, per cui nessuno ha capito che gli ingegneri servono a fare prevenzione, il CNI ha siglato più protocolli di intesa con la Protezione civile (il primo il 4 dicembre 2009), per consentire agli ingegneri di "spartirsi" il lavoro. Così, se è vero che in occasione del terremoto dell'Aquila almeno un paio di persone si sono fregate le mani e divertite, adesso ci saranno molte più persone che attenderanno fiduciose le catastrofi.
    Sono d'accordo con te, Marco, che non dovrebbe essere la legge ad obbligarci a fare le cose, ma un senso di prudenza e di tutela per noi e per i nostri figli. Purtroppo, sono in pochi a pensarla così, in Italia, dove tutto è organizzato in modo da far sentire "stupido" chi si preoccupa seriamente per qualcosa.

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