lunedì 30 agosto 2010

Porgi l'altra guancia


Il mondo occidentale è in trepidazione per l'imminente 337a Sagra dei Sest e noi anziché collaborare allegramente non perdiamo l'occasione del palcoscenico per sgambettarci a vicenda rivangando antichi dissapori, mentre i venditori di kebab si sfregano le mani colmi di soddisfazione. Accade, a quel che si dice, che la serata di festa a base di pesce organizzata dalla società ASD Polcenigo Budoia venga stroncata alla vigilia dal pronto intervento della vigilessa, in quanto le cucine dello stand non rispettavano le norme igieniche regolamentari. Mancato guadagno e perdite organizzative per la società sportiva che potrebbe domandarsi come mai tanto zelo nei controlli (quante sagre si salverebbero da un'ispezione accurata?) e soprattutto se altrettanta meticolosità verrà applicata anche in futuro, anche a tutti gli altri punti di ristoro all'interno della manifestazione. In caso affermativo, pranzo al sacco per tutti.
Altro tipo di dispetti subisce la Proloco Polcenigo, che ha domandato come abitudine l'uso del cortile Lacchìn al suo nuovo proprietario, il marchese di Carabàs. L'ing. Quaia, dotato di pachidermica memoria, non ha però gradito la presenza in organico del solerte Luca Imperio, colpevole sembra in tempi non sospetti di non aver appoggiato la candidatura del marchese alle amministrative. Due bravi hanno quindi intercettato il presidente Lino Dorigo con il messaggio "con Imperio questa sagra non s'ha da fare". Vaso di coccio tra vasi di ferro, cos'è un uomo paragonato ad un cortile? Nella riservatezza della sagra di Coltura la triste liquidazione e Imperio chiude le danze per quest'anno, forse. Ad accompagnarlo una triste musica jazz e la solidarietà di chi non apprezza le prepotenze. Nel frattempo l'amministrazione comunale sta alla finestra del Municipio a guardare, il finanziamento regionale è stato richiesto e ricevuto dalla Proloco e quindi la sagra se la gestiscon loro, con buona pace di tutti quanti gli altri.

venerdì 20 agosto 2010

Polcenigo sicurissima



In data 16 giugno 2010 il comune (in minuscolo) avvisava fieramente le Famiglie (in maiuscolo perché la Famiglia è la base della nostra identità culturale) per mano dell'assessore all'ordine pubblico Santin di avviare l'agognato "progetto sicurezza" attraverso due brillanti iniziative:
1- sorveglianza notturna del territorio comunale (7 giorni su7, il crimine non conosce soste) per numeri civici e siti pubblici controllati a rotazione (meglio non svelare il sofisticato algoritmo che ne determina l'ordine) da un apposito operatore di istituto di vigilanza privato automunito e in contatto con le forze dell'ordine. Iniziativa coperta da fondi comunali.
Il servizio consta quindi di un omino addestrato a telefonare ai carabinieri in caso noti qualcosa di sospetto, che gira suppongo imbottito di caffè per un numero imprecisato di ore in macchina di notte per Polcenigo lasciando foglietti con scritto "tutto regolare" a prova del fatto che abbia davvero svolto il suo lavoro e non si sia addormentato in preda alla noia. Visto che si tratta di fondi del Comune, ossia nostri, nella sua comunicazione l'assessore Santin avrebbe potuto specificare senza sforzo alcuno quanto ci costa questo servizio, senz'altro dovuto e necessario, che ci fa dormire indubbiamente molto più tranquilli. Immagino questo dato sia reperibile, chissà come mai non è stato ritenuto opportuno divulgarlo. Forse perché quei soldi potevano essere meglio utilizzati? Immagino di no.
Passiamo alla seconda brillante iniziativa per rendere più sicura Polcenigo, visto che Polcenigo sappiam tutti essere un posto molto poco raccomandabile.
2- sorveglianza et pattugliamento delle aree adiacenti le Poste Italiane, sia Polcenigo Capoluogo (maiuscolo in quanto capoluogo) che S.Giovanni nei giorni di ritiro pensione tramite soliti operatori di istituto vigilanza privata, stavolta non si precisa se automuniti e radiocollegati ma immagino lo siano. Intervento fortemente necessario a seguito dei numerosissimi casi di scippo di pensionati e soprattutto pagato con un contributo regionale, ossia soldi sempre nostri ma un po' meno. Interessante notare come sia in questo caso necessario il pattugliamento, perché giustamente il vecchietto che esce con la pensione dall'ufficio postale è ancora a rischio nella sua adiacenza e pertanto è sorvegliato. Significa che per rapinarlo bisogna aspettare almeno che arrivi da Pascòn a bersi un'ombra. Dimenticavo, a quanto ammonta questo fondo regionale, che in quanto regionale ci illudiamo di poter sperperare come non fossero soldi nostri?

giovedì 19 agosto 2010

Il signore delle mosche



dal Messaggero Veneto - 18 agosto 2010 pagina 7

Scoperta dalla Forestale la causa dell’invasione di mosche a San Giovanni di Polcenigo e dintorni, che tante proteste ha sollevato nelle ultime settimane da parte dei residenti. Il responsabile è il titolare di un’azienda agricola della zona, che scaricava impunemente liquami a ettolitri. Il caso è stato risolto dal personale delle stazioni forestali di Aviano e Pordenone, il quale, oltre a individuare in un terreno incolto di San Giovanni, posto a ridosso di un corso d’acqua, uno dei siti di smaltimento abusivo dei liquami, ha pure denunciato alla Procura l’autore dello stesso, ovvero il titolare di un’azienda agricola della zona. L’indagine della Forestale ha preso le mosse qualche settimana fa, in conseguenza del fatto che la popolazione di San Giovanni di Polcenigo lamentava una massiccia presenza di mosche, cosa mai verificatasi in passato. Oltre che un fastidio, la presenza anomala di mosche rappresenta soprattutto un problema sanitario, in quanto veicolo di trasmissione di malattie. Di solito, è un fenomeno riconducibile ad attività illecite di smaltimento di liquami e, infatti, questo hanno scoperto gli ispettori forestali. Grazie alla collaborazione dei residenti, hanno messo in atto servizi di controllo e di osservazione del territorio, fino a che il responsabile non è caduto nella rete, facendosi sorprendere mentre, a notte fonda, scaricava abusivamente da un’autobotte liquame di origine bovina. Ciò, su un terreno incolto e nel corso d’acqua che vi insiste, oltretutto nemmeno di sua proprietà. Trovata la causa, il passo successivo è stato quello di denunciare l’uomo e sequestrare il mezzo. Dato che il fenomeno delle mosche in eccedenza viene lamentato anche nei comuni di Caneva e di Fontanafredda, la Forestale chiede la collaborazione dei cittadini e raccomanda, nel caso assistessero a “scarichi” sospetti, di annotare e trasmettere il numero di targa delle autobotti alla stazione (telefono 0434-529076).