domenica 11 settembre 2011

Finché la barca va


Tra le novità positive della sagra dei sést 2011 c'è sicuramente la promozione dell'area archeologica del Palù svoltasi attraverso visite guidate e una coppia di barche che hanno percorso il fiume Livenza dalla sorgente fino alle pendici del colle Longone. L'iniziativa ha ottenuto un buon riscontro finché la pioggia non ha dissuaso i visitatori dal concedersi questa piacevole gita culturale e paesaggistica. Se per quanto riguarda la fruibilità della zona archeologica sono molti i dubbi legittimi sulle prospettive future, in quanto prima di accogliere visitatori in un'area di tale delicatezza è necessario svolgere un'accurata opera di censimento, catalogazione e protezione dei reperti affioranti oltre che delle zone interessate da scavi, per quanto riguarda la percorribilità del fiume invece si può già dire che la bellezza del paesaggio e la limpidizza dell'acque sono  state attrazioni in grado di sostenere una piccolo attività turistica quale il noleggio di barche, che ha imbarcato visitatori entusiasti a flusso pressoché costante. Un ottimo segnale per il futuro parco archeologico e per l'Amministrazione Comunale, che sta considerando l'inserimento di alcuni approdi nel progetto del parco.

Il triangolo di S.Floriano

Il parco di S.Floriano è un luogo bello quanto ricco di contraddizioni. A riguardo l’esempio più conosciuto è l’interruzione del suggestivo sentiero delle marcite che anziché proseguire verso le sorgenti della Livenza e il parco archeologico del Palù è isolato dall’altra sponda da anni a causa dell’inagibilità del ponte pedonale. Il ponte sembra aver subito un cedimento che ha interessato una parte del basamento di una sponda, inclinandosi. Successivamente, forse a causa della scarsa manutenzione che ne ha accelerato il degrado, un montante di legno si è spezzato rendendo l’attraversata troppo pericolosa anche per chi prima ignorava i segnali di divieto.

sentiero delle marcite il ponte, con il tavolato malandato
il ponte, tutto storto il nuovo argine sul Gorgazzo
Questa situazione causa non pochi disagi alle persone che arrivano dal lato pedemontano e parcheggiano la macchina convinte di proseguire verso il parco e poi trovano la strada interrotta. Altrettanto succede a pedoni e biciclette, che dovrebbero presagire la situazione di abbandono dal modo in cui sono state scaricate le rastrelliere e le sedute, più che installate semplicemente buttate là.

il ponte, trave di legno rotta sedute e rastrelliere abbandonate
dall'argine nasce un ruscello un ruscello abbastanza grande
L’ultima gemma è la risistemazione dell’argine del Gorgazzo, che chiude questo triangolo di sciagure, per fortuna limitate alla stessa piccola area del parco. La ricostruzione della sponda del torrente è stato un intervento di non facile esecuzione, svoltosi in piena notte dopo diversi mesi dalla rottura dell’argine, come se si fosse trattato di un’emergenza dell’ultima ora. I lavori infatti hanno avuto le caratteristiche degli interventi d’emergenza e come spesso accade, un’esecuzione fatta velocemente risulta a conti fatti frettolosa. L’argine infatti è attraversato da un moto di filtrazione costante, che erode la sponda e ha una portata tale da creare un piccolo ruscello. Se non si interviene in tempi brevi è pressoché certo che il torrente romperà di nuovo la barriera, chi ha la responsabilità di questo intervento mal realizzato?