giovedì 6 ottobre 2011

Promesse da lattaio


Il lattaio manteneva le sue promesse, possiamo dire altrettanto del nostro plurisindaco Del Puppo?


Dal Gazzettino di Mercoledì 5 Ottobre 2011
Polcenigo -  EX LATTERIA ALL'ASTA 
Pubblicato il bando di gara per la vendita mediante asta pubblica di un immobile di proprietà comunale, sito in via dell'Ovre 6/1 (ex via santissima) a Coltura. Il 27 ottobre alle 10.30 nella sala consiliare della sede municipale di piazza plebiscito 1 a Polcenigo, avra' luogo il pubblico incanto per la vendita a corpo dell’ex latteria.


Strano, perché a leggere il programma elettorale 2009 delle liste Progetto Comune e Lega Nord (candidato sindaco Luigino Del Puppo) pubblicato sul blog PolcenigoPartecipata dall'assessore Angela Sanchini si diceva diversamente:


LATTERIA DI COLTURA
Riteniamo che l'edificio della ex latteria di Coltura possa trovare un suo utilizzo quale museo e latteria didattica inserendo l'intervento all'interno dell'ecomuseo delle dolomiti friulane oppure per la produzione di formaggi con latte di qualità proveniente dalla zona pedemontana

Per mio divertimento vi pubblico anche il programma elettorale del 2004 della stessa lista civica, Progetto Comune, perché mi fa sorridere che abbiano genialmente risolto questo pezzo del programma elettorale invertendo l'ordine delle proposizioni coordinate. In cinque anni di tempo anziché riformulare il concetto qualcuno ha avuto la mirabolante idea di girare la frase. Tanto valeva lasciarla uguale, così sembra proprio una presa... in giro.


LATTERIA DI COLTURA
Riteniamo che l'edificio della ex latteria di Coltura possa trovare un suo utilizzo per la produzione di formaggi con latte di qualità proveniente dalla zona pedemontana o quale museo e latteria didattica inserendo l'intervento all'interno dell'ecomuseo delle dolomiti friulane
Mi domando cosa ne pensa l'elettore polcenighese che avrà letto quest'ottima proposta nel programma del 2004 e amareggiato dopo 5 anni di amministrazione Toppani sia stato molto contento di averla ritrovata tale e quale nel programma elettorale del 2009. Immagino si sarà convinto che questo era un punto fermo del programma amministrativo del sindaco Del Puppo (email). Peccato che nel 2011, sicuramente per buone ragioni, la latteria venga messa all'asta.

26 commenti:

  1. LA CRISI DEGLI ASINI Un uomo in giacca e cravatta è apparso un
    giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò
    a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino
    che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un
    po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono
    tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua.
    L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per
    asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il
    giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto
    gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno,
    annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva
    e se ne andò dal villaggio. Il giorno dopo, affidò al suo socio la
    mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso
    villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una. Vedendo la
    possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva
    tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte
    il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si
    indebitarono con la banca. Come era prevedibile, i due uomini
    d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi
    guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini
    senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati
    provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il
    corso dell'asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed
    affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere. Nonostante
    ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non
    recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto
    esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.
    Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli
    abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i
    soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo
    assessore). Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria,
    non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del
    Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.
    Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso
    alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei
    villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto
    aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima
    disgrazia. Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero
    di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi
    sociali, per le strade, per la sanità ... Venne innalzata l'età di
    pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i
    salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era
    inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio
    di asini. Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre
    che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme
    su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte.
    Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno
    promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.
    Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli
    abitanti del villaggio. E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa
    farete? Se questa storia vi ricorda qualcosa, ritroviamoci tutti
    nelle strade delle nostre città e dei nostri villaggi Sabato 15
    ottobre 2011 (Giornata internazionale degli indignati) ... e fate
    circolare questa storiella....

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  2. Non è una storia: è uma pallosa cronistoria!

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  3. .. strana storia quella della latteria.
    E pensare che i soci della "latteria turnaria" di Coltura hanno venduto l'immobile al Comune per una cifra simbolica di 1 euro.

    Chissà se la donazione era accompagnata da qualche desiderio dei soci sul destino della latteria stessa, ... chissà!!!

    Chissà cosa fara l'amministrazione dei soldi che ricaverà dalla vendita, .. chissà!!

    Chissà se il ricavato della vendita basta per pagare i professionisti e consulenti vari interpellati sul "cosa" fare della latteria, ... chissà!!

    Chissà se a Coltura torneranno le mucche in ogni stalla, magari pagate a peso d'oro, e i proprietari delle mucche stesse formeranno una nuova società per acquistare la latteria donata al comune ... chissà!!!

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  4. Ma fare un'attività per vendere prodotti locali magari a km zero? Prodotti sfusi?
    Ovviamente lo stabile rimarrebbe pubblico.
    Non ci sono soldi?
    beh, a parte l'1% della popolazione che detiene la totale ricchezza, tutta la restante popolazione ha poco/nulla e quindi prenderebbe a debito.
    Poi se l'attività andrà bene ripagherà il debito e farà qualche utile, altrimenti fallirà e qualcuno dovrà pagare i suoi debiti...

    Vogliono farci credere che per far passare questa crisi le uniche soluzioni sono togliere diritti alle persone e privatizzare tutto.
    Che lo Stato torni ad essere uno Stato a servizio del popolo e non a servizio di qualche banchiere.

    Per me la latteria deve restare un patrimonio pubblico!!!

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  5. Prima di esprimere sentenze, leggetevi il bando. La mia preoccupazione è che non si venda, e quindi crolli e diventi un rudere.
    Sono 20 anni che è in queste condizioni e tante A.C. sono passate , producendo solo fumo e demagogia.
    Rinnovamento.
    G. De Val

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  6. Infatti la beffa sarebbe farla cadere...
    per 20 anni hanno dormito ed allora la logica conseguenza sarebbe che queste persone rimanessero a distanza di almeno 1 Km dalla sala consiliare... ed invece sono ancora tutti lì...

    finora gran parte del patrimonio pubblico è stato gestito "da cani" e questo l'ha fatto svalutare fino a farlo divenire controproducente... e la mossa successiva è sempre stata quella di svenderlo ad un privato...

    ora credo ci sia accorti che qualcosa non va...
    nessuna sentenza, opinioni.

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  7. .. mi fa ridere il fatto che l'AC sia preoccupata che la ex latteria non si venda diventando un rudere, .. forse è quello che vuole(?).
    Piuttosto perchè questa AC non si è fatta imprenditrice (modello AC tedesche o alto atesine) e non ha fatto rientrare la latteria nel circuito dell'albergo diffuso ( camere, sede dello stesso, vendita prodotti locali)
    beneficiando così del "succolento" finanziamento regionale..

    Mi fate ridere, Voi Amministratori di Polcenigo, siete un branco di dipendenti pubblici, burocrati fino al midollo per niente imprenditori e alla ricerca della careghetta con poche rotture di balle.

    VOGLIO AMMINISTRATORI IMPRENDITORI CAPACI DI FARE ENTRARE SOLDI NELLE CASSE COMUNALI CHE NON SIANO LE SOLITE TASSE O RICAVATI DALLA VENDITA DI PATRIMONIO PUBBLICO..
    SVEGLIA AMMINISTRATORI SONO FINITI I TEMPI DELLE VACCHE GRASSE.

    ABBIAMO ACQUA, SOLE E VENTO, INCOMINCIAMO A PRODURRE ENERGIA "COMUNALE" ... PER FARE CASSA.

    Insulti ma anche proposte.

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  8. Rispondo al post anche se anonimo perchè ha toccato dei punti interessanti e condivisibili.
    Non sono d'accordo solo per il primo : l'A.C. ha sì messo all'asta un bene pubblico ma il privato che, mi auguro, acquisterà, ha degli obblighi, inseriti nel bando : al piano terra riservare un'area per la mostra delle vecchie attrezzature della latteria ed un negozio per la vendita di prodotti della Pedemontana.
    E' vero, si poteva inserire la latteria nel progetto "Albergo diffuso" .... ma queste osservazioni condivisibili andrebbero fatte per tempo. Per la mancanza di imprenditorialità degli amministratori in genere, resta evidente che finchè essi saranno sempre e comunque dei pubblici dipendenti o dipendenti con il posto di lavoro al sicuro, non faranno mai nulla che presupponga un minimo di rischio economico e politico. Non è nel loro DNA.
    Rinnovamento
    G. De Val

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  9. cosa sarà mai il DNA dei pubblici dipendenti, .. legenda metropolitana o verità ??

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  10. .. un plauso a De Val l'unico Consigliere che ha il coraggio di esporsi e dire la sua sull'unico blog locale attivo.

    Gli altri Consiglieri, tutti lettori del blog, sono dei gran "conigli" , paurosi e privi di palle come il sottoscritto che scrive in anonimato.

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  11. Basta che i "conigli ed anche le Ns. meravigliose ed efficienti coniglie...non si riproducano..siamo già a posto così!

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  12. .. e allora mettiamoli tutti in "tecia", arrosti o in umido fa lo stesso. :)

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  13. A tutti gli "INDIGNADOS" del comune di Polcenigo,

    .. facciamo una colletta e compriamoci la latteria !!!!

    Così facendo, la latteria resta pubblica e gli Amministratori godranno del ricavato.

    :) :) :) :)

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  14. Buona l'idea ma non basta mettere assieme i soldini per comprare la latteria....bisogna anche ristrutturarla con dei precisi vincoli.
    Vedo di riuscire a mettere in rete il bando.

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  15. OFF TOPIC

    .. i sindacalisti non pagano i contributi pensionistici !!!???

    Tappati il naso e leggi sotto.

    LA NON CRESCITA NELL'ITALIA DELLE CORPORAZIONI

    A Bologna, per i dirigenti regionali un anno d' abbonamento al bus costa 50 euro invece di 300. I loro colleghi di Palermo hanno diritto alla colonia estiva per i figli, quelli di Trieste ottengono mutui a tasso zero. I bancari lasciano il posto in eredità alla prole (ultimo, o forse penultimo caso della serie: l' accordo fra Unicredit e i sindacati dell' ottobre 2010). Se poi è la Banca d' Italia a pagarti lo stipendio, lavorando almeno 241 giorni l' anno ti metti in tasca un premio Stakanov. Ai diplomatici toccano vari privilegi tributari. Gli insegnanti di religione godono d' un trattamento retributivo di favore rispetto a chi insegna matematica o latino. I giornalisti entrano nei musei senza pagare, come i dipendenti del ministero. I ferrovieri hanno il treno gratis: per loro, per il coniuge, per i figli fino a 25 anni. Chi è impiegato all' Enel ha uno sconto sulla bolletta della luce.
    I sindacalisti, grazie a due leggi del 1974 e del 1996, sono esentati dai contributi pensionistici. I tassisti si proteggono con il numero chiuso, al pari dei farmacisti, dei dentisti, dei notai (che oltretutto sono 4.723, quando la loro pianta organica ne prevedrebbe 6.152). È l' Italia delle corporazioni, e ogni corporazione inalbera i propri privilegi. Un blocco sociale esteso quanto la penisola italiana, come ha scritto Ernesto Galli della Loggia. E infatti nessun governo, di destra o di sinistra, è mai riuscito a scalfirne il potere. Eppure è questa l' impresa cui dovremmo dedicarci con la massima urgenza, ed è esattamente questo l' orizzonte nel quale si situa il decreto sulla crescita annunciato dal governo.
    Non sarà facile, come mostra l' esperienza della manovra d' agosto: quando per esempio gli avvocati (che nel Parlamento attuale sono 134) riuscirono a dimezzare il taglio dell' indennità parlamentare per i professionisti. Quando i tassisti ottennero d' essere esentati rispetto alla pur timida liberalizzazione dell' accesso a talune attività economiche.

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  16. Quando i farmacisti imposero l' aumento della distanza obbligatoria tra una farmacia e l' altra. Quando la Chiesa cattolica respinse con successo gli emendamenti sull' Ici per le sue attività commerciali. Del resto in Italia le chiese sono tante, ciascuna col suo santo in Paradiso. Da qui il primo paradosso nazionale: per sbloccare il Paese servirebbe una riforma, ma il potere delle corporazioni blocca ogni riforma. Da qui la disgregazione del nostro tessuto connettivo, che in ultimo ci fa vivere da separati in casa. E che ci impoverisce, certo: nel portafoglio, oltre che nell' anima. Se le categorie fanno cartello, è chiaro che paghi i loro servizi più salati. Se per esempio i petrolieri dettano un vincolo di fornitura in esclusiva sui carburanti, non c' è affatto da sorprendersi quando in Italia la benzina costa il 4% in più della media europea. Se gli aiuti di Stato per questa o quella lobby non sono l' eccezione bensì la regola cogente, le tasse poi si gonfiano come un panettone. Ma dopotutto non si tratta solo di quattrini. C' è in questione la libertà, e c' è in questione l' eguaglianza fra tutti gli italiani. La prima è ormai un fantasma, tanto che il Wall Street Journal ci situa al 74º posto quanto alla libertà economica, peggio del Madagascar. Colpa d' un passato che non passa, rendendo sempiterna la Camera dei fasci e delle corporazioni battezzata nel lontano 1939. D' altronde anche gli ordini professionali rappresentano un lascito culturale del fascismo: la legge fondamentale risale al 1938, l' anno delle leggi razziali. E l' eguaglianza? E le opportunità di vita? E il merito? Il 53% degli italiani rimane intrappolato nel suo ceto d' origine (Banca d' Italia 2008), dato che quaggiù la mobilità intergenerazionale è tre volte più bassa rispetto agli Stati Uniti. Di conseguenza in Italia la disuguaglianza tra le classi sociali è cresciuta del 33% dopo gli anni Ottanta, contro una media generale del 12% (Rapporto Ocse Growing Unequal? 2008). No, non ci serve un decreto sulla crescita, se servirà a far crescere ancora il peso delle corporazioni. Ci serve casomai una legge che abroghi le mille leggi di favore dispensate dallo Stato. Dopo, forse, torneremo a essere un popolo, un' unica Nazione.

    di AINIS MICHELE
    Corriere della Sera
    20 ottobre 2011

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  17. Tutto condivisibile. Datemi qualche idea che io possa proporre in A.C. ed io mi impegno a portarla avanti.

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  18. un operaio o un impiegato normale che lavora per un privato guadagna circa 1000 euro ed è un precario a vita. i dipendenti pubblici, sopra tutto i funzionari, guadagnano troppo in proporzione alle responsabilità e il posto di lavoro è garantito a vita. i dipendenti pubblici sono i nuovi ricchi di questa società malata.bene rinnovamento!! incomincia a ridurre lo stipendio ai funzionari comunali.f.to un indignato rimasto senza lavoro.

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  19. Immagino che tu sappia che non ho il potere di ridurre gli stipendi a nessuno. Posso solo provare a far funzionare meglio la macchina amministrativa, a controllare che gli straordinari vengano concessi dal Sindaco per motivi validi ed oggettivi, a far sì che vengano elargiti i premi ai P.O. ( in comune sono i tre capoufficio) a raggiungimento obiettivi fissati dalla Giunta.
    Tutto questo è stato attuato, seppure con difficoltà.

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  20. OFF TOPIC :L’Italia è un paese che ha il doppio dei dipendenti pubblici degli Stati Uniti D’America.l’Europa ci stà chiedendo di ridurli il più possibile.il nostro governo farà una legge per facilitare il licenziamento dei dipendenti privati.i nostri imprenditori,poco lungimiranti,licenzieranno tutte le persone “poco” produttive ovvero ricercatori, adetti alla qualità, progettisti,operai comunisti.in questo modo il governo avrà il voto di dipendenti pubblici, imprenditori, pensionati e camperà per altri cinque anni.è assurdo e poco comprensibile ai non addetti ai lavori ma l’Europa sta tenendo in piedi il governo italiano e la “lega di governo” tiene in piedi l’Italia unita.

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  21. condivido quanto sopra in merito alla Lega.
    Mi spiace per i nazionalisti ma la Lega è l'unico collante che tiene unita l'Italia.
    Mi spiace per i Padani ma la Lega è il vero male del Nord.
    Mandi

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  22. la colla incolla, la Lega lega. Mi sembre che tutto torni.

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  23. qualcuno che è stato all'asta sa dirci com'è andata?

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  24. Deserta, come temevo. Adesso verrà rifatto il bando , cambiando base d'asta e condizioni.

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  25. Purtroppo la latteria varrà meno di un quarto di quanto valeva vent'anni fa!!! Evviva le A.C. tutte che hanno fatto di un bello stabile, uno stupendo RUDERE da ABBATTERE!!! Propongo di farci un birrificio, che faccia la birra con l'acqua delle nostre fonti, che la venda solo ai pedemontani e in bottiglie di vetro, ma da restituire il vuoto, come in Cermania jah!! NO PLASTIC PLEASE!

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