lunedì 2 marzo 2015

L'esodo dei turisti a Polcenigo


Polcenigo è bella, uno scrigno verde. Iscritta fra i borghi più belli d'Italia, presenta un grandissimo numero di luoghi di interesse per i turisti: il Castello, il sito archeologico del Palù, palazzo Zaia, il parco di San Floriano, la sorgente del Gorgazzo, solo per fare qualche esempio. 
Ma per rendere un luogo veramente esclusivo e quindi appetibile, è necessario abbinare alla bellezza alcune caratteristiche che trasformino un borgo in qualcosa di veramente unico; e così, come una bella donna accresce il proprio fascino apparendo difficile da conquistare, anche Polcenigo ha deciso di adeguarsi diventando anch'essa irraggiungibile. Nel vero senso della parola.
Il turista che, attratto dalla pubblicità dell'ente “borghi più belli d'Italia” e affascinato dai numerosi luoghi di interesse da visitare, decidesse di passare del tempo a Polcenigo, avrebbe molte difficoltà a raggiungerla.
Gli autobus infatti nei giorni festivi a Polcenigo semplicemente non passano ed il povero viaggiatore, che forse solo in quei giorni avrebbe delle giornate libere, per raggiungere Borc dovrebbe farsela a piedi con zaino in spalla, intraprendendo così il mistico e spirituale “cammino sulla Pedemontana”.
Oppure sarebbe costretto, sempre che gli sia possibile, a prendere la macchina pregando di trovare un posto dove parcheggiarla e contribuendo con il traffico a trasformare il paese in più variopinto scrigno grigio – verde.
Per fortuna ad attenderlo dopo la lunga fatica ci sarebbero (in un paese che conta meno di 5 mila abitanti) un centinaio di posti letto disponibili fra albergo diffuso e bed and breakfast, e i cui gestori, ora sconsolati, attendono speranzosi che finalmente l'esodo di pellegrini approdi alla terra promessa dalla guida dei borghi più belli.
L'amministrazione che gelosa del proprio isolamento fantastica di trasferire la sede del municipio sul castello per poter meglio controllare i propri confini, nel frattempo continua a diffidare di quei grandi mostri metallici a quattro ruote con la scritta ATAP sul fianco, e nulla fa per il trasporto pubblico, forse anche per evitare che coloro che non possono o non vogliono guidare fuggano dal paese facendo diventare così ancora più ridicola la sproporzione fra numero di abitanti e posti letto per turisti, vuoti.

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